Alimentazione e felicità
La felicità è una meta ambita da molti e si posiziona decisamente in cima alla lista dei buoni propositi di ognuno. Sappiamo ormai che esistono molti metodi per raggiungerla, e ne troviamo conferma nella letteratura motivazionale, metodologica e psicologica che ne descrive ampiamente la profonda struttura.
Chade-Meng Tan sostiene che la felicità è lo stato naturale della mente.
Possiamo riassumere alcune caratteristiche che accomunano la maggior parte dei testi che abbiamo passato al vaglio per voi, per ottenere la felicità tanto auspicata è necessario:
- focalizzarsi sugli aspetti positivi della vita
- essere autoironici
- dedicarsi alla generosità
- abbondare in proattività
- aumentare la generosità
Volendo andare nel profondo, e citando Daniel Goleman, è indispensabile intraprendere un percorso di conoscenza di sè per acquisire tre competenze che sono:
- Consapevolezza emotiva: riconoscere le proprie emozioni e i loro effetti
- Accurata autovalutazione: conoscere la propria forza e i propri limiti
- Fiducia in sé stessi: essere sicuri del proprio valore e delle proprie capacità
Cerchiamo di capire di più
Distinguiamo subito il differenziale tra felicità e buon umore: il primo è la meta, il secondo il mezzo. Quindi, per arrivare alla felicità dobbiamo coltivare quotidianamente il nostro buon umore. Anche in questo caso esistono alcune strategie interessanti da poter seguire e che sembrerebbe mettere d’accordo tutti, scienziati inclusi.
Vediamo i principali:
- Fare esercizio fisico regolarmente. L’attività fisica aumenta la produzione di triptofano, il precursore della serotonina. Inoltre, mettere costanza in una attività, porta immediatamente al punto due.
- Mantenere una routine quotidiana. Parliamo ovviamente di sane abitudini, partiamo dalla mattina, per quanto faticoso sia il risveglio, parte proprio da lì la necessità di trovare un modo per ricavarsi dello spazio per sé.
- Non correre, fai una pausa. Non intendiamo la corsa fisica, quella rientra nel consiglio numero uno, ma nella fretta di finire sempre in tempo tutto ciò che viene messo in agenda. Non importa la velocità, focalizzati su come arrivi tu alla conclusione (in forma e non stressata è la risposta cercata).
- Avere un hobby. Sviluppare un interesse oltre il lavoro, risponde ad una necessità intellettuale incredibile. La definizione del nostro essere come persona non può dipendere esclusivamente da cosa facciamo. Concentriamoci sempre di più su chi siamo.
- Mantenere una dieta equilibrata.
Siamo al punto principale della nostra conversazione. Abbiamo già affrontato come il cibo non sia solo un nutrimento ma come sia in grado anche di equilibrare i nostri ormoni, (leggi questo articolo per maggiori informazioni), ed ha un incredibile potenziale per migliorare il nostro umore. Vediamo come.
Felicità a tavola
L’uomo si nutre con lo stesso obiettivo di sopravvivenza dell’animale, coinvolgendo gusto, olfatto e tatto. La differenza avviene nella trasformazione del cibo da buono da mangiare a buono da pensare, dando cioè un significato più profondo alla mera azione del nutrirsi. Accettata questa doverosa premesse entriamo nei meandri dei cibi che ci danno gioia, considerando che ci nutriamo utilizzando quasi sempre gli stessi ingredienti. Quindi la preparazione di un pasto come la preparazione a consumarlo, sono emozioni su cui prestare attenzione. A credere fortemente a questo sono le donne: il 70% delle intervistate nello studio “Cibo e sistema immunitario”, commissionato dai ricercatori della fondazione Nestlè per l’Italia ritengono proprio che la loro attenzione è un percorso che parte dalla preparazione.
Ma non è il solo studio sul tema.
Germania e Stati Uniti hanno anche loro provato a dare risposta alla sempre verde domanda: può il cibo dare felicità?
L’esperimento condotto dall’agenzia europea dei delivery lieferando.at, assieme allo psicologo Lee Chamers sostengono che il cibo sia un potente sblocca ricordi in grado di innescare un meccanismo psicologico che conduca alla felicità. Sono state intervistate più di 2000 persone, e poi analizzate le reazioni emotive in merito al cibo da asporto e la percezione della felicità dopo aver mangiato: si registra un aumento medio del 52%.
Ma tutto il cibo ci rende felici?
Dipende dal valore che diamo al singolo pasto. Abbiamo il cibo consolatorio, l’ormai celebre confort food, il cibo preferito, che ci fa stare bene anche solo con l’idea di mangiarlo, e il cibo in cui ci rifugiamo (che non fa molta salute solitamente). Poi ci sono cibi che contengono sostanze od ormoni che sono letteralmente in grado di cambiare il nostro umore. Vediamone alcuni.
- ASPARAGI: non tutti sanno che contiene una sostanza chiamata triptofano (lo abbiamo trovato nella lunga premessa) che gioca un ruolo fondamentale nella determinazione del nostro umore. Ricerche scientifiche dimostrano come un basso livello di triptofato abbia un ruolo nella depressione.
- CIOCCOLATA FONDENTE: o per meglio dire “sua Maestà la cioccolata fondente”. La cioccolata ha la straordinaria capacità di migliorare l’apporto di sangue al cervello e riesce per questo a stimolare attenzione e concentrazione.
- MIELE: deve il suo effetto rasserenante alla quercetina, una sostanza che aiuta nella prevenzione della depressione e delle infiammazioni al cervello.
- AVOCADO: grazie ai suoi grassi buoni, e alla sua proprietà antiossidante, migliora lo stato di benessere, e aiuta il metabolismo.
- UOVA: qui si apre un mondo. Le uova sono il cibo della felicità per diversi motivi perché contengono diversi sostanze come la vitamina B, lo iodo, lo zinco e le proteine che letteralmente possono darci euforia.
L’alimentazione è una cosa seria. È necessario avere una cultura del cibo e saper selezionare diete ed alimenti più vicini al nostro reale fabbisogno energetico, in molte culture, e per molto tempo nella storia dell’umanità, il cibo è stato un elemento di cura:
Fa che il cibo sia la tua medicina, e la medicina sia il tuo cibo, Ippocrate di Coo padre della medicina scientifica, 377 a.C