Amore disfunzionale: come riconoscerlo e disfarsene

10/01/24 - Deavocado

Amore disfunzionale: come riconoscerlo e disfarsene

Non sei sola.

Alzi la mano chi tra di voi non si è mai imprigionat@ in una dipendenza affettiva o in una relazione disfunzionale.

Capita a tutti fin troppo frequentemente ed è un male che deve essere compreso nel profondo e proprio per comprenderlo, andiamo a cercare le motivazioni che ci legano a relazioni che non ci piacciono.
Alla base c’è sempre la paura di rimanere soli.
Ma perseguiamo per gradi.

Spesso la paura di solitudine è talmente radicata in noi che preferiamo accettare un amore falso che affrontarla. È dunque colpa nostra?  Certo che no, inoltre anche la colpa è una parola con la quale dobbiamo imparare ad andarci molto cauti. Solitamente i meccanismi che ci impediscono di prendere decisioni sensate in merito relazionale sono strettamente legati alla nostra famiglia e ai rapporti che abbiamo avuto in passato.

Ma quali sono le dinamiche?

Cambiano, ovviamente, in base alle persone coinvolte, al loro trascorso e in relazione al trasporto emotivo e sessuale che le caratterizza. Facciamo però un esempio la cui riconoscibilità è sicuramente alla portata di molti.
Mettiamo caso che nella vita abbiamo incontrato qualcuno che inizialmente corrisponde alle nostre esigenze affettive, in grado di compensare il nostro desiderio di essere amati e dove anche il sesso gode di un’intesa profonda. Siamo nella fase iniziale, quella in cui la scoperta reciproca innesca il desiderio di stare insieme e di condividere il più possibile le esperienze. In sintesi, ci troviamo nel campo dell’infatuazione. In questa fase prevale l’attrazione fisica e chimica. Studi scientifici dimostrano come in questa situazione ormoni come la dopamina, la serotonina e l’ossitocina abbiano un ruolo fondamentale nel mantenere ed alimentare il desiderio dell’altro ed influenzano profondamente la scelta del partner.

Tutti i meccanismi legati all’infatuazione durano qualche mese, allo scadere del quale possono manifestarsi alcuni cambiamenti. Non è necessariamente sempre così, ma lo è con una certa frequenza. Il partner allenta l’attenzione, è possibile quindi sentirsi trascurati e nel peggiore dei casi ci sono le prime avvisaglie di una violenza verbale e non solo (vi ricordo che qui stiamo parlando di rapporti malati).

Che cosa accade ad una persona che non si allontana?

Scatta il meccanismo mentale legato al trascorso e al rapporto con la propria famiglia che citavamo ad inizio articolo. In sintesi iniziano le difficoltà con il rischio di rimanere impigliati nella relazione che non ha più il bagliore magico dell’infatuazione. Per riuscire ad identificare questo tipo di relazione bisogna prestare molta attenzione all’immagine che si ha di sé, in pratica non dobbiamo MAI pensare che in una qualche misura ci meritiamo di essere trattati male.

Il rapporto è dichiaratamente disfunzionale quando la paura di essere lasciati è superiore al desiderio di ristabilire equilibrio e rispetto.

Specifichiamo: non è una colpa.

Esercita la tua felicità, studi e tecniche per una vita felice

Il meccanismo che porta a legarsi a qualcuno che ci tratta male e che collabora alla creazione di una relazione infelice è determinato dalle sensazioni e dai pensieri negativi che (purtroppo) albergano in noi.
Queste idee vengono dalla famiglia e dalle nostre esperienze. Il desiderio che il bambino ha di attaccarsi ai genitori per procurarsi la sopravvivenza ce lo portiamo con noi nella fase dell’innamoramento; le paure e i traumi si raccendono nelle relazioni in paure e vulnerabilità. In questo meccanismo soggiace l’incastro.

Quindi chi ha avuto un’infanzia felice è indenne dalle relazioni tossiche?

Non è detto, giocano sempre un ruolo fondamentale i traumi che ognuno di noi ha. Che dipendono da così tanti fattori che meritano un articolo a sé. Comunque sì, chi ha goduto di una infanzia felice ha maggiori possibilità di riconoscere l’amore e che non accetti una relazione disfunzionale.

Quali sono i segni di una relazione disfunzionale?

In prima battuta l’ossessione. Intendiamoci, nella prima fase siamo tutti un po’ ossessionati, ma questa parte di attaccamento e attenzione dovrebbe trasmettere sensazioni e pensieri positivi. Nelle relazioni disfunzionali è associata a paura e controllo, ti riportiamo un esempio pratico:

Ti è mai accaduto, nella tua storia relazionale, di avere un attaccamento mentale così potente nei confronti di una persona da non riuscire a dedicarti ad altre attività? Questo è un primo segnale che la relazione sia invalidante. E ancora: hai mai avuto la sensazione che la tua stessa esistenza dipendesse da una relazione? Se hai avuto, od hai, questa esperienza, sappi che non va bene. La regola aurea per vivere bene sta nel preservare la propria identità. Quando ti rendi conto che lavoro, amici, interessi sono tutti messi in secondo piano e tutto gira attorno alla relazione che stai vivendo allora c’è un problema.
Non è MAI sano quando l’organizzazione della tua vita ruota attorno alle esigenze della tua relazione.

E il sesso?

La sessualità in una relazione tossica rischia di essere una merce di scambio: l’unico modo per ricevere amore. Per quanto possa capitare che i rapporti sessuali in queste relazioni siano totalmente appaganti, questo non le rende meno pericolose e disperate.

Se ti senti sopraffatta, se la violenza che subisci è evidente, contatta i centri specifici. 

Abbiamo quindi una soluzione?

Sì, sempre la stessa: mettiti al centro delle tue attenzioni.

 

This site is registered on wpml.org as a development site. Switch to a production site key to remove this banner.